Alberto Burri nasce il 12 Marzo 1915 a Città di Castello (PG).
Laureato in medicina nel 1940 e divenuto ufficiale medico viene fatto prigioniero nel 1943 in Tunisia per essere poi deportato nel campo di Hereford in Texas dove iniziò la Sua vita artistica.
Nel 1946 tornato in Italia si trasferì stabilmente a Roma dove si dedicò totalmente alla pittura.
Nel 1947 e 1948 tenne le prime mostre personali nella capitale fino ad arrivare al 1952 con l’esposizione “Neri e Muffe“, presso la Galleria l’Obelisco (Roma).
Dal 1950 in poi prendono rilievo i Sacchi fino a diventare preponderanti nelle sue mostre personali che oltre Roma si tengono in diverse città europee e d’oltreoceano come Bologna, Milano, Parigi, New York e Chicago.
Intorno al 1960 mettono piede nella vita dell’artista nuovi materiali da utilizzare nelle Sue opere come le Plastiche, i Legni, i Ferri e le famose Combustioni.
Negli anni ’70 appaiono le prime opere maestose, dai Cretti (terra e colla) fino ad arrivare ai Cellotex (segatura di legno e colla).
Gli esperti italiani noteranno solo in seguito i lavori dell’artista che invece viene accettato e divulgato dalla critica internazionale con passione.
Nel 1978 nasce a Città di Castello la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri alla quale l’artista dona una consistente parte delle sue opere e lancia la città in una nuova realtà a livello internazionale, conservatrice di un patrimonio artistico di rilievo.
Alberto Burri, promotore dell’iniziativa, sceglie come “contenitori delle sue opere”, Palazzo Albizzini che nasce nel centro storico della città come edificio rinascimentale (acquistato nel 1979 dalla Cassa di Risparmio di Città di Castello e consegnato in comodato alla Fondazione) ed un complesso industriale, gli Ex Essiccatoi del Tabacco, appena fuori dalle mura di Città di Castello(acquistati dalla Fondazione nel 1989).
L’artista ci abbandona a Nizza il 13 Febbraio 1995 lasciando al nostro Paese un’immensa ricchezza e spiritualità artistica.
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