Saggio di un Mesto e Grigio Circo

AJO 2010

Saggio di un Mesto e Grigio Circo

Saggio di un mesto e grigio circo

 

Capitolo 1

Ieri pomeriggio pensavo ed osservavo intorno a quanto, talvolta, la vita puo’ essere strana.

C’è chi si sente in bilico, come su di una sottile corda sospesa tra due tronchi a dieci metri di altezza e solo quando con tutta la concentrazione possibile, senza pensare a niente nessuno, riesce ad arrivare a metà del percorso, si sveglia.

Perde tutto l’impegno nell’arrivare e si ritrova lì.

Sospeso.

Con le braccia larghe per non perdere l’equilibrio e senza sapere se è il caso di tornare indietro(anche se è la cosa più difficile – se non IMPOSSIBILE – su una corda così fina è improbabile riuscire a fare marcia indietro)oppure andare avanti, fino ad arrivare dall’altra parte.

Inizialmente l’unica cosa che volevi era arrivare dall’altra parte.

Stai rischiando la tua vita ed ora ti fermi?

Ti ritrovi a metà di quella corda e non sai più cosa vuoi?

Mi spiace davvero tanto equilibrista, ma ora sono CAZZI AMARI.

 

Capitolo 2

C’è chi si sente sicuro di sè stesso, chi riesce a domare le proprie emozioni e sentimenti come se fossero leoni o tigri rinchiuse in una gabbia.
Forse ti senti sicuro di te stesso domatore semplicemente perchè hai quella possente frusta che permette di tenerti a bada da questi animali che nn ti fanno dormire la notte.

Senti i loro ruggiti assordanti e rimbombanti nelle tue orecchie e sai bene che l’unica cosa che ti offre quelle due ore di lieto sonno è lo schioccare quella pesante frusta contro i manti di povere bestie.

Codardo.

Non credi forse mio caro domatore che a volte farsi mordere da quelle terrene emozioni che tu chiami “bestie” possano solo farti scoprire sensazioni mai provate?

Da fuori sembri irraggiungibile nella tua giacca rossa tutta bottoni, sembri possente e bellissimo con quella lacca tra i capelli.

Ma è davvero reale ciò che luccica?

O anche questa forza che cerchi di mostrare è reale finzione?

 

Capitolo 3

Poi c’è chi si sente bene con sè stesso e con gli altri che anche se nn sà truccarsi, il trucco funziona sempre.

Sono coloro che conoscono tutti e tutti conoscono loro, parlano di tutti e tutti odiano loro, fanno ridere con una battuta e tutti vendono un falso sorriso perchè in fondo non fà ridere nessuno.

Mio colorato pagliaccio, ma in fondo è davvero questo che volevi dalla vita?

Con il tuo vestito policromatico fai sorridere tutti i bimbi ma sai benissimo che questo non ti basta più.

Infelice.

Una volta era diverso. Avevi le tue soddisfazioni e tutto ciò che facevi portava gioia ed armonia tra quei tendoni che consideravi le mura del tuo castello immerso tra le nuvole.

Ed ora, ti ritrovi magari a quarant’anni e renderti conto che non hai davvero combinato mai un cazzo nella vita.

Hai passato un terzo della tua vita ad alternare due ore di sonno e un quarto d’ora di sigarette, un altro terzo a truccarti e l’altro terzo a cercare di far ridere una platea che ti guarda e ti critica per ognuna delle tue gesta.

Non pensi che facendo altre scelte nella tua ridente vita sarebbe andata meglio?

Oppure saresti pronto a riscommettere su questa assurda avventura che è la tua esistenza e svegliarti un giorno e renderti conto che sei solo un pazzo e che era solo una semplice parodia di cui eri solo un co-protagonista?

 

Capitolo 4

Ci sono poi la donna cannone, il nano e la contorsionista snodata, quei personaggi del circo messi continuamente un po’ da parte perchè considerati come abomini per la società ipocrita e menefreghista. Quelle persone che fanno il loro lavoro, anche se non ne hanno la benchè minima voglia, vengono ammirati con occhi ben aperti dal pubblico perchè diversi.

Incompresi.

Sembrano persone che non farebbero male ad una mosca ma nel loro cuore, nel loro più recondito mondo sommerso, sono incazzati neri.
Sono persi nell’invidia e nella gelosia di un corpo diverso o almeno di un mondo migliore che li accetti per quello che sono e non solamente per quello che dimostrano davanti a bambini che puntano il dito verso le loro deformità.

Nel loro piccolo piangono.

E si dannano.

Vorrebbero essere felici.

Ma in questo circo non si vende felicità e gioia anche se in apparenza così puo’ sembrare.

 

Capitolo Finale

Infine c’è Lui.

Il padrone della banda.

Colui che regge i fili di ogni singolo burattino triste sulla quale faccia è dipinto un sorriso.

Immenso.

In questo scuro circo si vende l’assurda finzione, si acquista solo la patina superficiale di tutto ciò che credete.

Qui si svende tutto ciò che in apparenza dà gioia e ilarità .

Ma nessuno mai ha provato a guardare dietro quel immenso tendone rosso e giallo dove i pagliacci e i relitti dormono e vivono davvero.
Mai nessuno ha sentito sotto quelle musiche dedicate alla festa e le risa, i pianti e le lacrime che cadevano su quella terra rossastra.

Se non ricordo male, una volta Voltaire disse:

“DIO E’ UN COMICO CHE RECITA PER UN PUBBLICO TROPPO SPAVENTATO PER RIDERE” .

 

Saggio di un mesto e grigio circo

 

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