Mattatoio(Ex Macro Testaccio), Roma
25 Maggio 2018 – 15 Luglio 2018
Il 16 Giugno del 1988 ci lascia, a soli trentadue anni, l’artista Andrea Pazienza. A trent’anni da questo tragico evento è stata organizzata una meravigliosa mostra a Roma tesa a raccontare l’intera antologia del fumettista.
Trent’anni senza Andrea…
Andrea Pazienza, il genio più rivoluzionario del Nostro Paese che che influenzato un intera generazione attraverso i Suoi lavori più conosciuti come Pentothal, Pompeo e l’indimenticabile Zanardi.
Ancora oggi si dibatte sulla genesi della fenomenale genialità di Andrea, da una parte coloro affermano che avere avuto un padre insegnante d’arte e pittore acquerellista di grande talento abbia notevolmente influenzato la crescita artistica del figlio e dall’altra parte invece c’è chi pensa che sia dovuto alle influenze e le frequentazioni con altri talenti della Sua generazione(vedi Tamburini, Liberatore e tanti altri…). E poi c’è il pensiero di Andrea che cerca con le Sue tavole di spiegare cosa è successo: Madre Natura un giorno si presenta alla Sua porta e gli dà in dono la capacità di rappresentare ciò che la maggior parte di noi riesce solo a sognare. Per il romanticismo della storia e l’amore incondizionato che provo per Andrea credo fortemente che sia arrivato proprio da qui il Suo inconfondibile potere di entrarti dentro e torcerti le budella, farti sorridere con le Sue vignette ma anche farti pensare, agitarti, creare ansia per quei dieci minuti che hai in mano una Sua storia. E’ questo il vero potere di Andrea.
La mostra “Trent’anni senza” è composta da moltissime tavole estrapolate dalle Sue più grandi storie come “Le straordinarie avventure di Pentothal” la quale inizia con il racconto di una giornata tipo di uno studente fuori sede della Bologna del 1977. Una storia che racconta i sofferenti amori del protagonista, le ore di fila alla mensa studentesca, l’università occupata, gli scontri di piazza e le sbronze. Appena dopo avere consegnato le tavole di questa storia per la pubblicazione avviene l’omicidio da parte Carabinieri del giovane studente Francesco Lorusso. A ciò seguì un corteo di quasi diecimila persone che si trasformò in una battaglia con le forze dell’ordine, assalti alle banche, alle redazioni di giornale e al commissariato di polizia. Il giorno dopo a Roma parte una manifestazione dieci volte più grande di quella avvenuta a Bologna e si trasforma in uno scenario di guerra. Altri gravi disordini si susseguono anche a Milano, Cagliari, Bari e Palermo. Due giorni dopo Francesco Cossiga, allora al Ministero all’Interno, inviò mille carabinieri in assetto da guerra a sgomberare la zona industriale di Bologna, con l’ausilio di carrarmati. Andrea si precipita in redazione per sostituire l’ultima pagina trasformando l’intera storia in quella che oggi tutti conosciamo.
“Zanardi”, è un’altra storia famosissima di Pazienza. Il protagonista, Massimo Zanardi, è il classico bullo del liceo che tutti temiamo ma al quale vorremmo inconsciamente assomigliare. La fisionimicità del suo viso(naso aquilino, mandibola allungata e occhi animaleschi) ci fa intendere da subito il suo cinismo e spietatezza che riversa, insieme ai suoi compari, sulla vita di ogni giorno.
Infine abbiamo “Pompeo“, il quale Andrea rivela di averlo scritto per lasciare una testimonianza della Sua vita. E’ una storia dolorosa e straziante e Andrea spinge il personaggio e la trama al limite. Diventa quasi un romanzo illustrato con molto testo e pochi dialoghi, e personalmente, è stato difficile arrivare alle ultime pagine senza nodo in gola. Qualcuno ha ipotizzato che con questo racconto Andrea volesse rappresentare una Sua probabile fine, ma guardando le foto di questo giovane ragazzo, piene di vita e divertimento, è difficile pensare al suicidio.
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