Genesi

Sebastiao Salgado Ancona

Genesi

Mole Vanvitelliana, Ancona
29 Settembre 2018 – 6 Gennaio 2019

Mole Vanvitelliana Ancona

Genesi

Il grande maestro della fotografia Sebastiao Salgado in una stupefacente mostra alla Mole Vanvitelliana del capoluogo marchigiano, Ancona.

Sebastiao Salgado Ancona Sebastiao Salgado Ancona

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La raccolta di queste opere “Genesi” parte dalle Sue esperienze lavorative e personali.

I suoi reportage sono sempre stati molto forti all’occhio umano, seguendo folle di rifugiati in fuga da guerre e disastri naturali, assistendo allo stesso tempo a sofferenza e coraggio di persone afflitte da episodi di violenza e brutalità che possono andare oltre ogni tipo di immaginazione.

 

Sebastiao Salgado Ancona

Della Sua vita personale, l’Artista racconta che il padre chiese a Sebastiao e Sua moglie di rilevare la proprietà di famiglia in Brasile, il luogo in cui è cresciuto e in cui quando era piccolo c’era una folta vegetazione tropicale popolata da uccelli, animali selvatici e fiumi pieni di pesci e colline ondulate. Ma purtroppo negli anni Novanta tutto ciò non c’era più a causa della deforestazione e l’erosione che aveva lasciato il territorio senza vita. Sebastiao Salgado e Sua moglie si convinsero nell’intento di far rinascere la foresta che c’era una volta con le stesse specie locali ricreando il piccolo ecosistema che aveva conosciuto da fanciullo. Piantando più di trecento specie diverse di alberi hanno visto ricomparire uccelli, farfalle e fiori tropicali.

Sebastiao Salgado Ancona

Con grande meraviglia si sono resi conti che la natura si stava rigenerando da sola e ciò fa comprendere quanto l’uomo rappresenti una forte minaccia per il pianeta. Da queste riflessioni è nato il progetto di Genesi. Il titolo è stato scelto perché il maestro ha immaginato di riportare indietro le lancette dell’orologio per tornare ai tempi primitivi in cui eruzioni vulcaniche e terremoti hanno modellato la Terra. La raccolta di fotografie presenti in questa mostra è il resoconto dei viaggi fatti dal fotografo che mostrano la bellezza e allo stesso tempo la fragilità della nostra Terra. La mostra è stata suddivisa in cinque sezioni: “Pianeta Sud”, “Santuari”, “Africa”, “Le terre del Nord” e “Amazzonia e Pantanal”.

Pianeta Sud

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Questa prima sezione include le fotografie effettuate partendo da Capo Horn fino ad avvicinarsi all’Antartide in cui si possono ammirare l’immensità degli iceberg e le isole in lontananza. Nell’arcipelago Diego Ramìrez troviamo piccole isole piene di albatri e sull’isola King George hanno trovato una grandissima colonia di pinguini Gentoo e di Adelia che convivevano pacificamente con orde di elefanti marini.

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In un’altra occasione, hanno navigato dalle isole Falkland verso la Georgia del Sud incontrando lungo in percorso isole con una densità demografica incredibile di pinguini che convivono con cormorani antartici e procellarie giganti.

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Santuari

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Particolari flore e faune territoriali devono il loro sviluppo e sopravvivenza ai luoghi isolati, lontani da insediamenti umani. Alcune tribù indigene vivono ancora in questi luoghi incontaminati rispettando la natura ma giorno dopo giorno sono sempre più minacciati dalla mano dell’uomo moderno.

Questa sezione racchiude il viaggio dell’Artista partendo dalle Isole Galàpagos, arcipelago di isole vulcaniche situato nell’Oceano Pacifico in cui ha fotografato animali ad oggi protetti come la tartaruga gigante, l’iguana marina, l’otaria, il leone marino, il pellicano, la fregata maggiore ed il cormorano attero.

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Il Madagascar, stato sudorientale dell’Africa situato nell’Oceano Indiano in cui poter trovare decine di migliaia di specie animali e vegetali che non troviamo in nessun’altra parte del Mondo. Ci sono circa novecento varietà di orchidee e duecento tipi di palme oltre a circa un centinaio di sottospecie di lemuri.

In Indonesia e in Nuova Guinea dove trovare zone ancora incontaminate e risiedono popolazioni primitive e più di mille etnie diverse.

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Africa

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Fin dal Suo primo viaggio nel Niger nel 1973, Sebastiao Salgado ha sentito un fortissimo legame con l’Africa.

In questa sezione troviamo paesaggi imponenti immersi in una natura selvaggia e tribù ancestrali.

Il Sahara, che copre un terzo dell’intero continente, con le sue immense e infinite dune di sabbia e il Deserto di Namib che si ritiene sia il più antico al Mondo con dune di sabbia alte fino a trecento metri.

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I Boscimani (detti anche Basarwa o Popolo dei San)sono tra i primi abitanti dell’Africa e sono riconosciuti come i “maestri della sopravvivenza” ma che purtroppo sono stati allontanati dalla loro terra di origine, il Deserto del Kalahari,  per fare spazio ai minatori e ricercatori di diamanti e la maggior parte di loro vive nelle zone urbane in condizioni di estrema povertà.

I Dinka del Sud Sudan , popolazione tribale seminomade che vivono di pascoli di bestiame e coltivazione di grano, sorgo e altri cereali  nella stagione delle piogge.

Infine gli Himba della Namibia, pastori seminomadi raggruppati in piccole tribù la cui sopravvivenza dipende dall’acqua ed erba per le loro mandrie.

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Le Terre del Nord

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Il Polo Nord è coperto di ghiaccio e circondato da un oceano ghiacciato ma l’Artide comprende anche le regioni a nord dell’America, Europa ed Asia e quindi l’ecosistema artico arriva fino al Canada, Alaska, Groelandia, Scandinavia e Russia.

Nell’Artic National Wildlife Refuge in Alaska troviamo l’animale caratteristico della zona: il caribù del Porcupine.

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L’Artista è riuscito a immortalare la migrazione annuale di questi animali verso le pianure costiere.

I Nenci, popolo nomade della Siberia settentrionale dove trascorrono l’inverno per poi spostarsi insieme alle loro mandrie di renne verso il Circolo Polare Artico.

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Amazzonia e Pantanal

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Il Rio delle Amazzoni e l’intero bacino amazzonico rappresentano la linfa vitale delle moltissime specie animali e vegetali  e di molte tribù di indios che troviamo in questa zona. Purtroppo l’industria del legname e l’urbanizzazione sta intaccando l’ecosistema e, dove prima c’erano immense distese di verde, oggi vediamo a malincuore solo foreste bruciate e terre deserte.

L’unica popolazione che ancora resiste nella foresta amazzonica è il popolo degli Zo’è che vive nel Brasile settentrionale. Una tribù mite che vive di caccia e raccolta e non indossa vestiti.

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Mentre al confine meridionale dell’Amazzonia troviamo altre tribù indigene(come i Waura, i Kuikuro e i Kamayura) che hanno più contatti con il mondo moderno anche se vivono in riserve protette.

Ed infine abbiamo il Pantanal, una delle zone più umide al mondo che si estende  tra la regione del Mato Grosso in Brasile, Bolivia e Paraguay. L’ecosistema comprende più quattrocento specie di pesci, cinquecento tipi di rettile, trecento di mammiferi e più di mille uccelli diversi.

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